9.11.2005

Anche se sono fortemente contraria alla pubblicazione di lettere scritte individualmente, poiché inserite sotto questa forma potrebbero trasformarsi comunque in qualcosa di tristemente spersonalizzato, riporterò per questa volta un brano di lettera scritta recentemente a quella che io di norma chiamo zia Duzzi e che invece si chiama Edda; è la sorella della mia nonna paterna: Leda.
Io e la zia Duzzi ci scriviamo da anni, anzi, da sempre, da quando ricordo e la nostra è davvero una corrispondenza singolare, fatta tra persone che praticamente non si sono mai conosciute davvero, che non si vedono mai, che non hanno alcun tipo di rapporto reale, ma solo ed eslusivamente virtuale. Forse è per questo che continuiamo a scriverci, chi lo sà...Io ed Edda abbiamo vissuto e viviamo mondi differenti, abbiamo più di cinquant'anni di divario e il modo di scrivere di mia zia, assai curioso, rasenta forse l'apoteosi della retorica. Lei parla con modi e termini direi ottocenteschi, pertanto le mie lettere, nel tentativo di rendersi comprensibili alla sua sensibilità, ricalcano un ritmo anziano e forbito del comunicare. Duzzi parla di sé senza mai davvero farlo...è incredibile, in più di vent'anni di conversazione, quanto poco sappia di lei e lei di me, ma quello che ci accomuna, il motivo credo per cui non cesseremo mai di scriverci, è che in lei ho trovato un modo molto simile al mio di intendere il rapporto epistolare. Lei vive il gusto di parlare restando in superficie, senza osare una benché minima invadenza nei nostri reciproci mondi e allo stesso tempo di inserire, qua e là , indistintamente, qualcosa che per noi è profondamente vero.
E' difficile da spiegare...
Poi pensavo che se in effetti mettessi assieme su questo blog tute le lettere scritte in giro in questi anni, non ci sarebbe nemmeno bisogno di ricapitolare, di riscrivere tutto... ma sarebbe triste, no? Sarebbe inutile, forse, non ricapitolare?
Si vedrà...scrivo, ma penso...a chi può interessare, una lettera rivolta a tutti?
Comunque inserisco uno spezzone che oltre a rendere nota in parte, in maniera sempre molto superficiale, la mia estate, può iniziare a far capire cosa di recente mi è accaduto...

9.10.2005

Santa Leda dell'inverno 2005


Eccomi, votata alle cause di quest'anno e coi capelli lisci da post parrucchiere!!! Olè, Hello! Le

Foto foto recenti domestiche e un pò spastiche

L'avventura della Ciurma

Comincerò, visto che mi è stato da più parti richiesto, parlando dell’avventura di Ciurma!
Dunque…Ormai più di un anno fa ho cominciato a seguire a Milano e più precisamente in zona Porta Romana, dove tra l’altro mi trovo spesso a convivere col mio dolce fratellino Michele nella casa che ci è stata per tempo illimitato gentilmente prestata dai nostri nonni, un corso di fumetto gratuito aperto ad allievi di tutti i tipi. Avevo saputo da Michele che il comune “sponsorizzava” questi corsi basati su uno, o due incontri di due ore alla settimana e che l’insegnate pareva essere un tipo assai bizzarro e molto bravo, sinceramente votato alla causa. Giunta in quel del centro sociale in cui in effetti il corso era locato ho incontrato dunque Igor, attualmente il grande capo, assieme alla sua compagna e sceneggiatrice Anna, di Ciurma. Dopo avermi dato dritte sul modo di disegnare ( per me lui è un mito: è bravissimo e di sicuro un talento incompreso e un pochino sfortunato) per più di un anno di pendolarismo Brescia-Milano, di esercizi e disegni, di discorsi sul mondo del fumetto e di incontri con gente che faticosamente in Italia tenta di farsi strada in un campo in cui attualmente dominano solo la Disney Milano e la Bonelli, mi ha infine proposto di partecipare all’idea di fondazione di una fanzine.
Ora, è da molto tempo che di fanzines in giro non si vede neanche l’ombra…restano forse solo il giustamente rinomato Vernacoliere Livornese, c’erano riviste autonome in Milano e nel resto del paese che però, anche se non ne so molto in materia, pare siano andate perdendosi nel coso degli anni ’80 e ’90 e resta senza dubbio nell’aria una grande nostalgia del fumetto italiano anni ’60 e ’70, di quello dotato di una propria incisiva identità, creato da personaggi che hanno saputo stravolgere immaginari interi, ricco di ironia e di onirismo. Si è formato così improvvisamente, nelle salette di un’associazione che sia affacciava dall’alto su Piazza del Duomo, un discreto gruppo di persone: disegnatori professionisti, gente che è uscita dalla scuola del fumetto e che lavoricchia (pagata o meno) da anni, sceneggiatori o individui che vorrebbero esserlo, disegnatori discreti, autodidatti, gente che si occupa di grafica, anche totali dilettanti, come la sottoscritta, più o meno bravi e coinvolti nella situazione, gente di Brera…una gran mischia in pratica, una vera e propria ciurma di pirati! Si è formato in somma spontaneamente un gruppo, cosa che quando avviene, soprattutto con gente che davvero arriva un po’ da tutta Italia, sembra sempre una specie di miracolo.
Successe poi che i corsi furono bruscamente interrotti da vari passaggi di testimone politici nelle amministrazioni milanesi, per cui fu deciso che le lezioni non si sarebbero più dovute tenere, se non a pagamento (cosa per via della quale il povero Igor perse forse per l’ennesima volta il lavoro). Lasciati in mutande i poveri utenti senza preavviso, senza rispetto e in pieno anno scolastico, riuscirono in pochi a seguire il corso a pagamento, perché molti di noi venivano da fuori sostenendo già spese per trasporti vari e perché è insita, o dovrebbe esserlo, nell’estetica del fumetto, l’idea politica del poter dar corpo alle proprie idee, ai propri sogni, senza ricorrere a grandi strumenti, in maniera diretta quanto potrebbe essere per la scrittura, senza intermediari, senza troppi compromessi. I meno bravi e i meno facoltosi furono dunque, come sta accadendo troppo spesso in società, crudamente tagliati fuori e coloro che invece erano stati chiamati intorno a Igor, restarono nella sede dell’allora futura fanzine. Poi accadde che sempre per via di schifose dispute legate a possibilità di guadagno nell’associazione no profit di Piazza Duomo, fummo buttati fuori dalla sede e non restò che incontrarsi in Porta Romana, a casa mia, una volta alla settimana.
Dopo mesi abbiamo cominciato a far girare gli appartamenti un po’ di tutti, anche per comodità, dato che io ogni settimana dovevo venire apposta da Brescia e ripartire la sera stessa o il giorno dopo per Bergamo, ma in conclusione, dopo un anno di lavoro sono usciti, aggregati in versione promozionale, i primi due numeri di Ciurma.
La nostra è una rivista completamente autoprodotta, senza fini di lucro, che pubblica storie di ogni tipo scritte e disegnate da più persone o da singoli, con all’interno diverse rubriche che accolgono articoli critici di ogni tipo ed in particolare legati al mondo dell’arte e dello spettacolo, così come racconti, strisce, qualunque cosa di interessante possa venire dalle menti di chi sceglie di entrare a far parte del gruppo. L’idea politica che sta alla base della redazione è solo quella che tutti coloro che investono in essa abbiano il diritto di pubblicare, supervisionati volontariamente dall’intero gruppo nel caso riconoscano di avere delle carenze. Ogni lavoro viene prima ben controllato, valutato da tutti mettendone in luce eventuali problemi e viene corretto da chi lo presenta, ma mai escluso. Si tratta di un progetto di crescita individuale e collettiva, nell’ottica di tenerci sempre liberi riuscendo però anche a proporre qualcosa di decente al pubblico che deciderà di investire sulla lettura dei nostri lavori. I primi due numeri sono usciti a 4 Euro con annesso uno speciale intitolato “Astrofumetto” che accosta a famosi personaggi del mondo del fumetto i segni zodiacali, al prezzo di 1 Euro. Nel primo numero c’è una storia da me scritta e disegnata, i cui dialoghi sono stati sistemati con l’aiuto di Stefano, più un suo racconto. Io, assieme ad un’atra ragazza della redazione, ho curato l’intero aspetto grafico e l’impaginazione della rivista (entrando dunque nel magico mondo della grafica, nel quale mi trovo ora misteriosamente a sguazzare, ma questa è tutta un’altra storia…). Praticamente Ciurma è nata sul mio Pc, ma ora credo che per i prossimi numeri potrò passare il testimone ad una professionista, che si occuperà esclusivamente dell’impaginazione.
Il risultato in somma è stato ottimo! La fanzine è uscita a maggio, con tanto di copertina cartonata e incollato a caldo, con un volume di circa 150 pagine! Purtroppo ci sono stai problemi di stampa dovuti più che altro alla fretta di concludere entro il termine di inaugurazione, per cui per colpa di un tipografo che abbiamo già cambiato, molte pagine sono un pochino sbiadite e non sono stati mantenuti i giusti contrasti da me sistemati in fase di creazione del Dvd finale. Tuttavia ce l’abbiamo fatta, abbiamo presentato e venduto l’opera in occasione di due inaugurazioni: in una sala espositiva e in una fumetteria di Milano; stiamo vendendo e distribuendo a Milano, Brescia, Bergamo e Bologna, in varie edicole, fumetterie e presso privati, abbiamo creato un nostro indirizzo di posta elettronica, stiamo realizzando il sito internet, cerchiamo distributori e progettiamo il terzo numero, sempre pronti ad accogliere nuovi membri, che uscirà in 70 pagine tra un po’ di mesi al prezzo di due euro!
Purtroppo pur avendo annunciato la notizia dell’uscita della rivista e pur avendo lavorato molto in questi ultimi mesi tra servizi fotografici, locandine per film, brochures, disegni vari e contributi di ogni tipo, non ho abbastanza soldi per inviare Ciurma tramite posta e non posso investire sul comprarlo ai miei amici perché non saprei, regalandola, come rimetterci i soldi! Dunque scusate se indugio nel farvi vedere la fanzine, cosa alla quale invece tengo moltissimo, avendoci lavorato per più di un anno, ma spero e conto di spedirvela più avanti, in modo che possiate leggere le mie storie! Anzi, ho in progetto di provare a venderla su E-bay, così potrete, se vorrete, acquistarla. Se invece passerete da Milano, Brescia, Bologna, non appena avrò i nomi esatti delle fumetterie che lo distribuiranno, ve lo farò sapere al volo pubblicando nomi e indirizzi sul blog.
Questa è dunque la breve storia del cominciamento di Ciurma, all’interno della quale si entra versando una quota associativa di 100 Euro e per la quale speriamo si apra un roseo futuro.
Adesso per me sarà però un periodo complesso perché dovrò portare avanti questo impegno, scrivere la parola fine sulla mia lunghissima tesi, fare un immane trasloco da Brescia a Orzinuovi (tutti racconti che verranno), spiegare com’è che mi si sono sputtanati due anni durante i quali mi sarei potuta laureare in poco tempo e soprattutto fare il concorso a Torino per la scuola di Animazione del centro sperimentale di Roma, poiché, udite udite, sono stata, dopo una faticosissima preparazione, ammessa alle selezioni!!
Paura!! Sarà dura, ma se ce la facessi…bha, vedremo che accadrà!
Poi ci sono gli amici, i parenti, il moroso, la gente sparsa in città diverse, il Lab80…ma la vita è così, ogni giorno è imprevedibile, ogni giorno qualcosa di nuovo, qualcuno di nuovo e il cerchio che ci si fa attorno si allarga fino a non vederlo più tanto bene.
Andrea, visto che ti ho scelto come interlocutore, visto che rappresenti tutti gli altri, ci sono tante cose da raccontare….
Continua…

Finalmente forse scrivo...

Scrivo inizialmente per Andrea, cominciando a raccontare dalla fine, anche se a rigor di logica dovrei partire dall'inizio e cioè da quando ho cominciato per l'undicesima volta a cambiare case, circa due anni e mezzo fa, continuando poi ad attraversare luoghi ed ambienti che di sicuro mi hanno un pochino frenata, ma che mi hanno anche dato la possibilità di creare molto, di osservare, di concludere, di ricapitolare vari elementi della mia vita.
Il titolo del mio diario, non è certo un caso.
Non avrei voluto cominciare in maniera così noiosa, dettagliata e referenziale, ma se Andrea, non ti scrivessi così, dovrei ripetere lunghi racconti già fatti a voi che siete gli amici che ricordo con più affetto per la centesima volta, ed è una cosa devastante, alla lunga un logorio...Un pò come il rispondere al telefono...Nel senso, è bello ricevere la telefonata di una tua cara amica, di chi devi vedere in serata, del tuo ex amore, è meraviglioso risentire la voce di qualcuno che non si incontra da un pò, resta emozionante...l'inflessione della voce, un certo modo tutto particolare di pronunciare le parole, sono cose che fanno sciogliere, ma il suono del telefono...No, quello proprio no, è insopportabile. Non amo parlare mentre mangio, mentre osservo qualche cosa, mentre lavoro...Non amo parlare disturbata da una cattiva sonorità e mi ritroverei ascoltando un amico al telefono per lunghi ed interessantissimi racconti, ad essere costantemente distratta da altro, da quello che passa: schiacciata nel centro di un enorme interferenza fra le cose, come quando si parla con qualcuno con le orecchie che fischiano, ascolterei dolci parole disturbata da ogni cosa e forse più di ogni altra dal tempo limitato della telefonata. Suggerisco allora la presenza, l'incontro o la lettera. Suggerisco una parentesi senza ritmi da seguire, illimitata, e una vera concentrazione su sè stessi e sull'altro.
Poi scusatemi, se spesso non rispondo, ma i suoni così, ripetitivi, mi danno talmente fastidio che pur avendo come mezzo mondo un utilissimo cellulare da usare al bisogno (e dal mio punto di vista preferenzialmente per lavoro), spesso tendo ad abbandonarlo dimenticandolo da qualche parte, o a privarlo del suo richiamo nervoso.
Perciò pardon, se non rispondo al telefono!
Sono seriamente intenzionata a portare avanti questo diario, ma stavolta, finalmente, per comunicare con gli altri: unica forma di senso che mantiene per me, anche se in fondo sono tra quelli che credono che la scrittura sia più che altro, essenzialmente, un dilogare con sè stessi, che sia un disperato ed incessante restare in sè, più che un comunicare con l'altro! Ovvio che da una costante riflessione interiore possa uscrirne qualcosa di significativo per tanti, ma dubito del fatto che la maggior parte delle persone scriva per raccontare.
Ricordo molto bene che a otto anni, dopo aver cominciato a compilare diari pressoché quotidiani dall'età di sei, i quali riletti molto tempo dopo mi hanno anche parecchio stupita (da quel momento in poi ho considerato che i bambini devono avere una conoscenza innata della vita, necessariamente)...insomma ad un certo punto, cercai di dargli fuoco in casa, perchè ero convinta del fatto che una cosa che avevo cominciato a scrivere per avere e perchè restasse un'idea di me, un preciso ricordo, non avrebbe mai invece parlato di un individuo che continuava a cambiare. Pensai: "Se qualcuno leggerà tutte queste considerazioni qunado avrò trent'anni, troverà una bambina che c'era e che non c'è più, non sarò io e non vorrò essere ricordata così..".
Concludo dunque questo inizio ribadendo che il fatto che io scriva un diario, per me non ha alcun senso e che mai l'avrei cominciato se non fosse stato Stefano a suggerirmelo, se non fosse per il fatto che ho poco tempo per scrivere a tutti coloro a cui vorrei inviare lettere, se non fosse per il fatto che la mia vita è davvero così variabile da rchiedere note anche solo per ricordarmi cosa ho concluso l'altro ieri, se non fosse per il fatto che potrò, non appena riavrò il collegamento a casa, trasformare questo blog in una galleria fotografica!
Avrei piuttosto preferito inventare una storia, scrivere un romanzo letto, riletto e corretto in continuazione, mentre lo sporco di questo diario, gli errori e gli orrori, dopo un pò mi daranno fastidio, ma forse per il momento è necessario che sia così.
Pensiamoci.
Hello!
Le