Vola, Vola, Vola....
Ieri sera sono stata al Teatro degli Arcimboldi , luogo che qualunque milanese odierno,degno di questo nome, consce benissimo. Lo spettacolo che sono andata a vedere si intitola: Vola, Vola, Vola. Canti popolari e canzoni, dell’orchestra popolare italiana, diretta da Ambrogio Sparagna e con la partecipazione di Francesco De Gregori.
Un vero spettacolo: musicisti assolutamente impeccabili, che definire polistrumentisti è riduttivo, poiché anche cantanti, attori e presentatori di sé stessi. Un direttore alle fisarmoniche entusiasta e trascinatore, quasi posseduto dalla sua musica, che ha saputo svegliare e coinvolgere il pubblico timido e assonnato del lunedì sera. Un’esperienza che sarebbe stato meglio fare in piedi, piuttosto che agli Arcimboldi: da vivere, da ballare, da partecipare molto di più.
Inutile sottolineare la poesia dei testi di De Gregori, che ormai, come dice mio fratello, potrebbe anche leggere l’elenco telefonico e strappare applausi in continuazione, ma anche quella delle trame dirette e semplici delle canzoni che l’insieme presentava al pubblico. In generale definirei lo spettacolo onesto, divertente e molto poetico.
Veder spiccare la figura di de Gregori, così contenuta e quasi immobile, su quest’altro omino in costante movimento, mi ha fatto molta impressione.
Stupefacenti poi le voci di Raffaello Simeoni e Valentina Ferraiuolo.
Dal mio punto di vista MITO SettembreMusica, la rassegna musicale che dal 2007 si tiene tra Milano e Torino, città che lavorano insieme a questa manifestazione perché la musica possa essere sintonia e linguaggio universale e insieme offerta per tutti, anche quest’anno ha superato sé stessa, offrendo spettacoli uno più bello dell’altro, a prezzi ragionevolissimi.
La serata mi ha ricordato moltissimo, sicuramente per le sonorità popolari e che hanno attinto parecchio alla produzione musicale del Sud Italia, la fantastica Notte della Taranta, diretta da Ludovico Einaudi, naturalmente al pianoforte, proposta al Carroponte nel 2011, durante la quale c’era da consumarsi i piedi saltellando, sulle note di mostruoso ensamble di più di venti incredibili musicisti e ballerini.
Unico neo dell’evento: il pubblico inizialmente più ingessato che abbia mai visto e che tendeva ad applaudire un po’ troppo De Gregori, in anticipo sulle sue stesse esibizioni, nonché il missaggio delle voci assolutamente sbagliato, per circa metà spettacolo: dettagliuccio che purtroppo ha impedito di comprendere bene i testi delle canzoni finché qualche anima pia se n’è accorta.
Grande De Gregori, che si mette in gioco con qualche nuova ricerca musicale.
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